“Scavalcamontagne“. Di per sé è chiaro cosa significa. Qualcuno che scavalca vette, picchi, cime per approdare dalla parte opposta di una montagna.
All’inizio del secolo scorso il termine, invece, era usato per identificare la Compagnie Filodrammatiche che, scavalcando le montagne, raggiungevano i posti più remoti del territorio per portare la propria arte, le proprie commedie le farse che avevano preparato e messo in scena.
Lui iniziò proprio così, nel 1920, come “scavalcamontagne” attraversando semplicemente un pezzo della pianura padana per approdare a Belgioioso in Provincia di Pavia dove esordì in palcoscenico all’età di 18 anni.
Lui era il grande Erminio Macario conosciuto essenzialmente con il solo cognome che per decenni lo ha fatto conoscere come il Re della Rivista prima di approdare sia sul gande schermo che nelle case di tutti noi grazie alla televisione.
Abbiamo deciso di omaggiarlo sia perché ha degnamente rappresentato il teatro piemontese in giro per lo stivale sia per dar spazio e visibilità ai nostri attuali “scavalcamontagne” ovvero alle Compagnie che hanno in repertorio spettacoli in dialetto con i quali vanno in scena, a volte, in piccoli paesini di provincia e regalano l’arte del teatro al pubblico lontano, geograficamente, dai grandi circuiti e dagli spettacoli di cartello.
Volvera è stata scelta come sede della prima edizione del PREMIO ERMINIO MACARIO che, nella cornice del Teatro Bossatis, ci proporrà una “singolar tenzone” tra battute e lazzi, equivoci e risate, fraintendimenti e storie divertenti tra i moderni “scavalcamontagne” aderenti alla nostra Federazione.
Aprile e Maggio!
Con l’avvento della primavera ci sarà la prima edizione di questo evento che, ci auguriamo, possa costituire un vero e proprio preludio atto a ricordare, nel tempo, questo grande artista torinese, mai dimenticato, anche se palesemente snobbato dall’establishment cultural/politico dei giorni nostri.
Quattro serate, per quattro battaglie a colpi di battute che non mancheranno di soddisfare chi avrà la fortuna di assistere a questi incontri cruenti ma solo ed unicamente perché correranno il rischio di farci morire dalle risate.
“Lo vedi come sei?… lo vedi come sei?” uno dei suoi tormentoni più famosi oltre che titolo di un suo film del 1939.
Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo artisticamente e sapevamo benissimo com’era e quanto fosse inimitabile la sua “maschera” e ne siamo felici perché ha arricchito non poco la nostra passione per il palcoscenico.
Vi aspettiamo a Volvera, per ricordarlo, per ridere, per rivivere, con lui, le sue vicende di un Monsù Travet indimenticabile!
Pinuccio Bellone