“l’editoriale” a cura di Pinuccio Bellone
Qualcuno fa parafrasi
Qualcuno è teatrante perché è nato in Italia.
Qualcuno è teatrante perché il nonno, lo zio, il papà … la mamma no.
Qualcuno è teatrante perché vede il copione come una promessa, la sua parte come una poesia, il palcoscenico come il paradiso terrestre.
Qualcuno è teatrante perché si sente solo.
Qualcuno è teatrante perchè il teatro lo esige, la pittura lo esige, la letteratura anche. . . lo esigono tutti.
Qualcuno è teatrante perché glielo hanno detto.
Qualcuno è teatrante perché non gli hanno detto tutto.
Qualcuno è teatrante perché Eduardo era una brava persona.
Qualcuno è teatrante perché beve il vino e si diverte alle feste popolari.
Qualcuno è teatrante perché è così ateo che ha bisogno di un altro Dio.
Qualcuno è teatrante perché è talmente affascinato dagli attori che vuole essere uno di loro.
Qualcuno è teatrante perché la cultura….
Qualcuno è teatrante per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno è teatrante per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno è teatrante perché è più teatrante degli altri.
Qualcuno è teatrante perché c’è il teatro nel suo paesello.
Qualcuno è teatrante malgrado ci sia il teatro nel suo paesello.
Qualcuno è teatrante perché non c’è niente di meglio.
Qualcuno è teatrante perché qualcuno non ama il teatro.
Qualcuno è teatrante perché crede di poter essere vivo e felice solo se sta in teatro.
Qualcuno è teatrante perché ha bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Perché è disposto a cambiare ogni giorno, perché sente la necessità di una esistenza diversa.
Perché forse è solo una forza, un volo, un sogno è solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno è teatrante perché, con accanto questo slancio, è come più di sé stesso.
E’ come due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a qualcosa che ti fa spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No. Niente rimpianti.
Forse molti aprono le ali senza essere capaci di volare come dei gabbiani ipotetici.
Però qualcuno continua a sentirsi come in due.
Da una parte l’uomo che attraversa ossequiosamente la propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
Non me ne voglia il grande Gaberscik se ho avuto l’ardire di parafrasare il suo pezzo meraviglioso, ma mi sto domandando quali siano le motivazioni che ci spingono ad occuparci di teatro… e forse una risposta me la sono data leggendo e rileggendo ciò che lui ha scritto… per un altro tema, ma che calza a pennello anche nel nostro piccolo/grande mondo della U.I.L.T. Piemonte aps e non solo.
Grazie Signor G.
Pinuccio Bellone