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visto il 29 gennaio 2024, presso il Centro Polifunzionale PG Ferrero a Moncalieri
Paolo ricorda tutto, dal giorno che è partito da casa, al giorno che ci è tornato. Ricorda gli anni rubati alla sua giovinezza, il freddo, la fame, ore e giorni di stenti e privazioni negli inverni inabitabili della sconfinata Russia. Ricorda i volti, i nomi, le vite disperate e disperse, sfuggite dai giovani corpi, sfiniti e congelati, di chi non è più tornato.
Paolo ricorda e non parla. Si tiene tutto dentro, mentre la trama della sua vita riparte dal giorno del ritorno e attraversa le tappe degli uomini comuni.
Un giorno il suo macigno si sgretola e il grumo del dolore si scioglie in parole.
Nove Giorni svela il suo racconto e ci mostra la storia, riportando a noi, con toccante verismo e rispettosa delicatezza, le vicissitudini della guerra di Russia. Il testo, la sapiente regia evocativa e funzionale, la messa in scena essenziale e originale, le atmosfere sonore e la complice, intensa, interpretazione degli attori, ci restituiscono emozioni autentiche e ci trasportano, anima e corpo, nella vicenda.
Tutte le guerre sono inutili.
Chissà quanti Paoli ci sono in mezzo a noi, quante storie incredibili non saranno mai raccolte e raccontate. Questa sì.
Un finale sorprendente e prezioso mi inchioda il cuore e mi riduce in lacrime.
Patrizia Aramu