Il corbaccio

da un testo di Andrea Salusso
Regia Gianni Bissaca

È capitato qui da noi non si sa né da dove né come. Non fosse che al posto delle scapole ha due grandi ali diresti che è una persona quasi normale. Qualcuno dice che è preciso identico al protagonista di un racconto di García Márquez (Un signore molto vecchio con certe ali enormi): vestito di stracci, senza denti, la testa pelata e due ali di corbaccio stanco sudice e spennacchiate.
In scena ci sono quattro attori che provano ad immaginare cosa potrebbe succedere se qui, oggi, in questo nostro bel paese, grande o piccolo che sia, per sventura capitasse un signore siffatto. C’è un paese preda della curiosità e del pettegolezzo, del timore e del sospetto; c’è una sindaca che vuole fare e non sa a che santo raccomandarsi; ci sono gli esperti chiamati a illuminarci sullo strano caso; c’è un’anziana rammendatrice incaricata dal comune di vestire adeguatamente il malcapitato e due sorveglianti che lo tengono d’occhio a debita distanza. C’è una radio locale, il comitato Noi stiamo con gli angeli, le ronde Anti uomini alati, e tante, tante voci che corrono. E infine c’è lui, il Corbaccio, sotto osservazione in località segreta, di cui tutti parlano, che nessuno sa chi è, e che tutti fanno di tutto per non vedere.

La posizione sulla Mappa

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