scritta e diretta da Oscar Barile
«Che cos’è il piemontese?». In risposta a questa domanda scorre, fuori campo, una sequenza registrata di voci femminili, nonne madri figlie: una schiera di voci, affettuose e orgogliose, che credono, ringraziano e usano parole come resistenza, valori, casa. Intanto in scena, su un fondale giallo, si scrivono alcune parole chiave, come appunti su cui, man mano, si tornerà. Si può dire che sia, questa, la “sigla” che apre Carvé, l’atto unico scritto da Oscar Barile su invito di Paolo Tibaldi: una variazione contemporanea e non scontata sul tema (pirandelliano, universale) della maschera.