ADDIO MAESTRO

Non so per quale strano motivo, ma ho sempre provato qualcosa di positivo incrociando lo sguardo di Roberto Herlitzka.
Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo personalmente, ma ho visto buona parte della sua produzione artistica e quello sguardo e quell’espressione mi hanno sempre fatto un certo effetto.

Da ieri quello sguardo si è spento per sempre. Almeno in senso strettamente concreto perché, al contrario, artisticamente, un volto del genere resterà indimenticabile.

Torinese di nascita figlio di Bruno Herlitzka, un ceco ebreo di Brno emigrato con la propria famiglia prima in Italia e poi in Argentina per sfuggire alle leggi razziali del regime fascista, il giovane Roberto assunse temporaneamente il cognome della madre, Berruti, proprio per motivi legati a fattori religiosi (la mamma era cattolica).
Studiò al liceo ginnasio Massimo D’Azeglio a Torino e si iscrisse a Lettere all’Università degli Studi di Torino, ma presto si trasferì a Roma, in casa del padre tornato dall’Argentina e lì divenuto gallerista, per seguire i corsi di Orazio Costa presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica. Nelle stagioni teatrali 2002-2003 e 2003-2004 vinse il premio Ubu come miglior attore italiano.
Nel 2004 si aggiudicò un Nastro d’argento come migliore attore e un David di Donatello come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione di Aldo Moro nel film di Marco Bellocchio Buongiorno, notte (che gli valse anche il premio Horcynus Orca quattro anni dopo), e ricevette il premio Gassman come miglior attore per gli spettacoli teatrali Lasciami andare madre e Lighea. Nel 2013 alla quarta edizione del Bari International Film Festival ottenne il “premio Vittorio Gassman” come miglior attore protagonista per il film Il rosso e il blu.

Due mesi fa ha perso l’amata moglie Chiara con la quale era sposato da cinquant’anni e questo, probabilmente, ha spento in lui la voglia di continuare un percorso in solitudine, non avendo avuto figli.

Ringrazio la U.I.L.T. Piemonte aps per avermi concesso questo spazio per ricordare un grande artista piemontese che ha magistralmente interpretato ruoli impegnativi, a volte complicati, a volte leggeri (memorabile il cameo ne “La Grande Bellezza” di Sorrentino) sempre con quel piglio, con quello sguardo pieno di intensità che regalava emozioni meravigliose.
Addio Roberto, arrivederci Maestro.

 

                                                                                              Pinuccio Bellone 

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Autore della News

Cristina Viglietta

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