Elsa MERLINI
nome d’arte di Elsa Tscheliesnig (Trieste, 26 luglio 1903 – Roma, 22 febbraio 1983).
Nata nella Trieste ancora sotto l’Impero austro-ungarico, si trasferì a Firenze e dovette studiare a lungo dizione per poter portare alla norma del toscano il suo scorretto vocalismo, derivato dal dialetto triestino; mutò il suo cognome anagrafico (tedesco e di difficile pronunzia: Tscheliesnig) in Merlini, debuttando sul palcoscenico teatrale a diciassette anni con Annibale Ninchi.
Nel 1930 entrò nella Compagnia Niccodemi e negli anni successivi si affermò come attrice dal repertorio brillante e comico lavorando al fianco di Sergio Tofano e Luigi Cimara con cui costituirà la ditta Merlini-Tofano-Cimara che sarà attiva sino al 1933.
Nel 1934 costituì con Renato Cialente – che fu anche suo compagno nella vita – una nuova compagnia (la Merlini-Cialente) con la quale poté cimentarsi nel teatro drammatico, grazie ai lavori più impegnati di Pirandello,Rosso di San Secondo e Čechov, oltre a quello moderno con una memorabile edizione di Piccola città di Thornton Wilder.
In questo periodo inizia anche la sua attività di cantante, incidendo molti 78 giri e duettando anche con Vittorio De Sica (ad esempio in Non ti conosco più, canzone tratta dal film omonimo).
Al termine del secondo conflitto, superato il trauma della drammatica morte di Cialente, torna attivamente al teatro recitando a fianco di Cesco Baseggio, Renzo Ricci ed Eva Magni, Alberto Lupo (in una indimenticabile edizione de Il mago della pioggia del 1957), Paolo Carlini, Sandro Ruffini, Armando Migliari e Ivo Garrani.
Lavorò anche al cinema, protagonista di molti film del cosiddetto filone del cinema dei telefoni bianchi che imperversò fino agli anni cinquanta e che la vide recitare in titoli come La segretaria privata (1931) di Goffredo Alessandrini e La dama bianca (1938) di Mario Mattòli.
Attrice versatile e prolifica, lavorò nel teatro di rivista con De Sica, passando poi al repertorio goldoniano fino a tornare, soprattutto negli anni cinquanta alla sua verve comica che l’aveva accompagnata negli anni del debutto.
Frequenti le partecipazioni alla prosa radiofonica EIAR e RAI.
Sul finire degli anni cinquanta approdò in televisione, in sceneggiati televisivi come Orgoglio e pregiudizio (1957), Le anime morte (1963), Il mulino del Po (sempre del 1963) e I promessi sposi (1967), mentre nel 1968 lavorò in radio nella rubrica La maga Merlini.
Tra le sue ultime interpretazioni va ricordata Mela di Dacia Maraini, tre anni prima della morte per tumore avvenuta a Roma all’età di quasi 80 anni.