Francesco Cesco BASEGGIO
(Treviso, 13 aprile 1897 – Catania, 22 gennaio 1971) è stato un attore cinematografico e attore teatrale italiano.
Iniziò molto giovane la carriera, affermandosi in particolare come interprete del teatro dialettale veneto,
Nato a Treviso da Arturo, violinista, e Irma Fidora, soprano lirico, trascorse la giovinezza a Venezia, luogo di origine della famiglia.
Studiò il violino secondo le volontà del padre ed entrò nel mondo del teatro quasi per caso: conobbe infatti Gianfranco Giachetti nel 1913, mentre stava preparando La locandiera del Goldoni e venne da questi invitato alla rappresentazione; più per curiosità, il Baseggio provò una parte della commedia, ma ne restò talmente affascinato che decise di lasciare il violino e gli studi per dedicarsi completamente alla recitazione.
Tre anni dopo imbracciò le armi per la prima guerra mondiale e si mise in luce dirigendo in Albania il “teatro del soldato”. Tornato dalla guerra tradusse Il malato immaginario di Molière dal francese al dialetto veneziano.
Nel 1920 ricevette l’invito di Giachetti a entrare nella compagnia “Ars Veneta” come attore caratterista e brillante. Perfezionò gli studi dell’arte fondando, sei anni dopo, nel 1926, una sua compagnia teatrale. In seguito assunse il ruolo di capocomico e da quel momento (tranne un triennio trascorso nella Compagnia del teatro di Venezia, diretta da Guglielmo Zorzi nel 1936-37 e poi da Alberto Colantuoni) guidò prevalentemente compagnie di prosa specializzate in commedie del repertorio goldoniano, per il quale si rivelò un attore molto adatto.
Oltre al Goldoni si è misurato anche in opere di William Shakespeare, Friedrich Schiller, Giacinto Gallina, Ruzante, Gino Rocca e Renato Simoni.
Negli anni sessanta, grazie alle sue spiccate doti di immediata comunicatività e simpatia, si fece apprezzare nelle edizioni televisive di alcune delle più celebri opere goldoniane di carattere e di ambiente. Morì a Catania, dove era stato chiamato come regista di una commedia del teatro veneto, il 22 gennaio 1971.
Le sue spoglie giacciono nel cimitero di Venezia nell’isola di San Michele, a fianco di altri attori del teatro dialettale veneto.