Fine anni Cinquanta del Novecento, in una cascina delle Langhe.
Una famiglia patriarcale, come ce n’erano tante. Muore il padre, lasciando come eredi della “roba” i figli rimasti in casa a lavorare la terra, agli altri e alle figlie spetta la “legittima”. E proprio sulla quota della legittima inizia una lunga diatriba che andrà avanti per mesi, guastando i rapporti di un gruppo familiare prima coeso e ancora mai toccato da questioni di interesse e di eredità.
Tutti hanno qualcosa da recriminare, tutti vogliono di più di quanto i fratelli siano disposti a concedere, tutti hanno paura di essere, in qualche modo, fregati, anche se la vecchia madre tenta in tutti i modi di pacificare gli animi e di spingere verso un accordo e una parvenza di riconciliazione. Le vicende della famiglia s’intrecciano con quelle di un mondo che sta cambiando ad una velocità inaspettata; l’abbandono della terra alla ricerca di una vita migliore, il lavoro in fabbrica, l’avvento delle prime macchine, abitudini consolidate nel tempo che vanno sfaldandosi con la gente che cerca, in qualche modo, di adattarsi e di sfruttare a proprio vantaggio le opportunità che si presentano.
Un affresco di una famiglia che solo la saggezza della madre riuscirà a salvare dalla deriva.